contatti: convegno.testoautorepubblico@gmail.com
discipline: filologia, letteratura, scienze dello spettacolo
lingue ammesse: italiano, francese, inglese, tedesco
Nel corso del Novecento gli studi sulla ricezione hanno conosciuto un significativo sviluppo, soprattutto a livello teorico, declinandosi secondo diverse prospettive interpretative, polarizzate perlopiù nei concetti di testo, autore e pubblico. Basti pensare, da un lato, all’estetica della ricezione (Plessner, Jauss e Iser), secondo cui l’attenzione è da prestare soprattutto all’atto della lettura e al ruolo del lettore come partecipante alla creazione del testo; oppure, d’altro canto, alle teorie postmoderne e decostruzioniste (de Man, Derrida), per le quali, viceversa, la natura allegorica del testo riduce le possibilità e le potenzialità del lettore. La ricezione è stata però anche intesa in relazione al contesto che informa il testo stesso, rappresentato anzitutto da un pubblico definito storicamente e sociologicamente che staglia dinnanzi all’autore un netto “orizzonte d’attesa”.
Non è possibile parlare di teoria della ricezione, inoltre, senza fare riferimento al ruolo che le metodologie da essa offerte per l’interpretazione del significato di un’opera hanno svolto in particolare negli studi classici. La descrizione della presenza della cultura antica e delle sue forme molteplici nel corso della storia costituisce il campo di indagine della tradizione classica, disciplina che nasconde nella sua etimologia l’idea di un patrimonio trasmesso dal passato al presente. Cogliendo le sfide proposte dall’estetica della ricezione, i cosiddetti Reception studies, a partire da Martindale, hanno criticato l’idea del testo come latore di un messaggio univoco, stabile, sempre uguale a se stesso, accentuando la rilevanza della partecipazione attiva del fruitore (inteso come lettore, pubblico, contesto, ma anche come artista che recepisce e ricrea), che attribuisce nuovi significati al testo di partenza attraverso gli strumenti della propria percezione e del proprio bagaglio esperienziale.
Negli ultimi anni, infine, si è proposto di sostituire al concetto di ricezione quello di “trasformazione”, per sottolineare ulteriormente il rapporto di reciproca influenza tra referente e recettore. A completamento di questo panorama, sembra utile, ancora, distinguere meglio non tanto i possibili modelli teoretici, bensì alcune tangibili forme della ricezione, quantomeno nelle principali discipline umanistiche, e su un ampio arco cronologico che consenta di osservare significative variazioni diacroniche.
Sicché, come anticipato nel titolo Testo, autore, pubblico: forme di ricezione dall’antichità alla modernità, il convegno intende raccogliere interventi di dottorandi/e, ricercatori/trici e studiosi/e, dal classico al contemporaneo, che presentino nuovi o rinnovati esiti di ricerche condotte attorno al tema in questione, mettendo in evidenza forme e modalità di ricezione di testi letterari, scenici e musicali. Si prevede, quindi, l’adozione della parola testo per indicare ciò che, negli ambiti della filologia, della letteratura e delle scienze dello spettacolo, veicoli un messaggio compiuto attraverso la coerenza delle sue parti, alle quali è sotteso il progetto compositivo dell’opera. La linea di sviluppo dell’opera passa anche per le modalità con le quali il testo viene recepito entro un contesto determinato, diventando, quindi, il centro di una rete di relazioni tra esso stesso, l’autore e i fruitori in quanto oggetto di interpretazione e di ripresa, in diversa misura e sotto diversi aspetti, per altri autori e autrici. In virtù della sua trasversalità, a partire quindi dalle principali definizioni critiche di ricezione, questo tema può essere affrontato secondo più prospettive interpretative, favorendo, di conseguenza, il confronto tra metodologie diverse.
I contributi possono esplorare, senza limitarsi ad esse, le seguenti linee di ricerca, mettendo in relazione generi, forme espressive e mezzi della comunicazione:
• casi di produzione e riproduzione: la fortuna di un’opera in contesti diversi da quello di composizione;
• fenomeni di imitazione, allusione, memoria;
• ricezione di testi all’interno di volgarizzamenti, traduzioni, riscritture;
• autori che rileggono autori: adattamenti, trasposizioni e transmediazioni, ricomposizioni e superamenti
di fonti letterarie tra teatro, cinema e musica;
• la genesi come processo fluido: (ri)composizione e risignificazione nel processo compositivo;
• la performance come fenomeno di ricezione creativa tra testo e contesto;
• lo spettacolo come fonte: fissazioni letterarie di eventi artistici performativi.
Le sessioni del convegno, distribuite su due giornate, ossia 24 e 25 novembre 2022, si svolgeranno unicamente in presenza presso l’Università degli Studi di Verona. I panel, per ambito disciplinare, saranno gestiti da uno o più moderatori che introducano le relazioni e favoriscano il dibattito. A ciascun relatore sarà dato un tempo massimo di 30 minuti per esporre la propria relazione in una lingua a scelta tra quelle ammesse.
Le sessioni verranno arricchite con interventi di 45 minuti a carico di singoli esperti per le aree disciplinari principali del convegno.
La partecipazione al convegno è gratuita. Per candidarsi è necessario inviare all’indirizzo convegno.testoautorepubblico@gmail.com un abstract del proprio intervento, di lunghezza compresa tra le 300 e le 500 parole, entro e non oltre il giorno 15 settembre. L’accettazione delle proposte sarà comunicata attraverso il medesimo indirizzo entro il giorno 1° ottobre. I relatori selezionati dovranno confermare la loro presenza entro e non oltre il giorno 10 ottobre: l’assenza di risposta entro questo termine sarà interpretata
come rinuncia. In seguito allo svolgimento dei lavori si considererà la pubblicazione degli atti.
Comitato scientifico: Collegio di Dottorato in “Filologia, Letteratura e Scienze dello Spettacolo”.
Comitato organizzativo: Alessio Arena, Luigia Buffatti, Sabrina Caiola, Francesca Carnazzi, Isabella Menin, Giovanni Meriani, Margherita Nimis.