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Teatro, scuola e processi formativi

Membri: Sonia Bellavia, Monica Cristini, Fabrizio Deriu, Fabrizio Fiaschini, Paola Iacobone, Marta Marchetti, Eva Marinai, Paola Martinuzzi, Alessandra Mignatti, Vito Minoia, Lucia Montani, Gaetano Oliva, Diana Perego, Laura Pernice, Nika Tomasevic, Francesca Beatrice Vista

Resoconto 2022/2023

Redazione a cura di

Eva Marinai, Fabrizio Fiaschini, Fabrizio Deriu, Marta Marchetti, Paola Martinuzzi

1. Di cosa ci occupiamo

Il tema del gruppo di lavoro è il territorio assai ampio, plurale, complesso e accidentato delle relazioni tra le arti performative (tanto i saperi quanto le pratiche) e l’universo della formazione. Partiamo dalla convinzione che nel nostro paese, per ragioni storiche, culturali e politiche, lo straordinario potenziale pedagogico e formativo del teatro e della danza non ha trovato ad oggi adeguati spazi istituzionali e favorevoli condizioni culturali per la sua piena espressione.

2. Quali obiettivi ci poniamo

Lo spunto a partire dal quale il gruppo di lavoro si è costituito all’interno della CUT è rappresentato da alcune problematiche specifiche relative alla presenza/assenza delle materie teatrali nei percorsi scolastici e nei curricula per la formazione degli insegnanti. Si è tuttavia presto compreso che la semplice rivendicazione “sindacale” volta ad ottenere l’ampliamento di spazi istituzionali per l’insegnamento del teatro e delle arti performative risulterebbe assai debole se non sostenuta da una riflessione critica che si ponga l’obiettivo di un ripensamento organico e scientificamente solido del tema. Il gruppo sta pertanto conducendo attività parallela e congiunta lungo due versanti, che possiamo per praticità chiamare “fronte politico istituzionale” e “fronte critico culturale”.

3. Le linee di azione: cosa ci proponiamo di fare

3.1. Le azioni per il “fronte politico istituzionale”

Su questo fronte si tratta di lavorare alla creazione di interlocuzioni forti con i vari decisori politici, allo scopo di esercitare pressione sulle istituzioni interessate. L’elenco dei possibili referenti è articolato: Ministeri (Università e Ricerca, Istruzione e Merito, Cultura), commissioni parlamentari, CUN, CNAM (equivalente del CUN per l’AFAM), partiti politici, organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, ecc.

L’obiettivo di questa azione di lobbying va nella direzione di spingere i decisori politici a disciplinare una volta per tutte, in stretto coordinamento con le rappresentanze universitarie di settore, una materia, il teatro nella scuola, ampiamente riconosciuta come essenziale nei processi formativi ed educativi (delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado) e già presente in molteplici contesti, soprattutto a livello di pratiche laboratoriali, ma anche a livello di insegnamento teorico. 

Si tratta nel concreto di fare chiarezza normativa su questioni che toccano sia la sfera della formazione degli insegnanti (ampio e adeguato possesso di competenze teoriche, storico critiche e pratiche nell’ambito disciplinare in L-Art/05), sia la formazione curriculare ed extracurriculare dei ragazzi (anche in questo caso sia in ambito teorico e storico critico, sia nell’ambito delle pratiche). L’urgenza di tale sforzo è motivata dalla necessità di colmare un vuoto normativo che di fatto alimenta una confusione e un’opacità procedurale che rischia di inficiare l’efficacia stessa dei processi formativi, con particolare riferimento ai seguenti ambiti di intervento:

  • la formazione teorica e storico critica degli insegnanti in materia di teatro e spettacolo (inclusa la danza), legata indissolubilmente all’acquisizione di specifiche competenze disciplinari in L-Art/05, sia nella formazione universitaria (con riferimento alle Lauree Magistrali LM65), sia nei percorsi di lifelong e deep learning.
  • la formazione degli insegnanti e degli operatori specializzati nelle pratiche teatrali e coreutiche di intervento laboratoriale con i ragazzi, non solo rispetto alla sfera artistica dei linguaggi del teatro, dello spettacolo e della danza, ma anche a quella delle sue ricadute pedagogico educative, soprattutto per quanto riguarda tre delle competenze chiave europee del 2018 (ribadite nel 2023): la competenza personale, sociale e all’auto-apprendimento; la competenza in materia di cittadinanza; la competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale (nella cui definizione compare un richiamo diretto al teatro e alle altre forme artistiche).
  • la presenza e l’autonomia delle materie di teatro, danza e spettacolo nei percorsi formativi curriculari ed extracurriculari delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
  • la presenza e l’autonomia dei percorsi di pratiche laboratoriali di teatro, danza e spettacolo nei percorsi formativi curriculari ed extracurriculari delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.

Nel dettaglio, il tavolo di lavoro si sta muovendo in tre direzioni: 

  • appoggio alle rivendicazioni espresse da Consulta Universitaria del Cinema (CUC) e Consulta nazionale dei coordinatori/trici dei corsi triennali L3 e magistrali LM65, con l’obiettivo che siano riconosciuti per i laureati LM65 gli accessi alla classe di concorso e di insegnamento delle Discipline audiovisive e multimediali (A-07) nei Licei artistici (o ovunque sia oggetto di insegnamento), e alla classe di concorso e di insegnamento di Tecnica della danza (A-57) e delle Discipline dello spettacolo nei licei coreutici e musicali (o ovunque siano insegnate).
  • richiesta di modifica della tabella ministeriale delle materie di studio per la LM85bis (Laurea in Scienze della formazione primaria a ciclo unico) per il reinserimento del ssd L-Art/05, presente nelle medesime tabelle fino al 2018. Il DM249 del 10/09/2010 (Regolamento concernente la «Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado»), alla tabella di pag. 16, nelle “Discipline delle arti” include tra le materie di insegnamento i SSD L-Art/02 (arte moderna), L-Art/03 (arte contemp.), L-Art/06 (cinema, fotografia e televisione), L-Art/07 (musica), mentre non include più L-Art/05 (discipline dello spettacolo). Tale cancellazione è avvenuta senza giustificato motivo. 
  • richiesta di inserimento del ssd L-Art/05 nelle tabelle allegate al D.M. del 10.8.2017 n. 616, che regola la proposta formativa per gli insegnanti attualmente in via di ridefinizione in base al Decreto-legge 36 del 30 aprile 2022, poi approvato nel luglio dello stesso anno. Nell’articolo 44 della suddetta legge si definisce, in merito alla formazione insegnanti, il tetto minimo di 60 CFU (non più 24) da acquisire dopo un percorso di laurea triennale. Nello stesso articolo si fa riferimento a un DPCM specifico per la regolamentazione dei contenuti e delle modalità di conseguimento dei crediti in questione. Si tratta, più nello specifico, di un decreto attuativo in via di approvazione, imprescindibile per completare gli effetti della DL n. 36 del 30 aprile 2022. Attualmente ciò che è noto sui 60 CFU è che si tratta di un percorso a numero chiuso organizzato direttamente dagli Atenei attraverso i centri universitari di formazione in relazione con il sistema scolastico. É previsto un tirocinio diretto da svolgersi nelle scuole (20 CFU) mentre 10 CFU dovranno essere necessariamente conseguiti nell’area pedagogica. È previsto un periodo di transizione che durerà fino al 31 dicembre 2024 in cui saranno validate alcune prassi del sistema precedente. Uno degli obiettivi di questo gruppo di lavoro è il monitoraggio capillare nei diversi contesti accademici per verificare come ogni Ateneo sta progettando i percorsi formativi e quali sono gli eventuali spazi per inserire le discipline dello spettacolo.

Allo scopo di avere cognizione delle iniziative in essere, il gruppo ha avviato una mappatura volta a produrre:

a. una ricognizione nazionale delle scuole di diverso ordine e grado che hanno nei piani formativi insegnamenti teatrali curricolari;

b. una ricognizione nazionale delle scuole di diverso ordine e grado che offrono insegnamenti e iniziative teatrali (laboratori, ecc.) come attività extra-curricolari, stante la consapevolezza di un quadro difficilmente completabile;

c. una ricognizione dei soggetti che offrono formazione teatrale per gli insegnanti delle scuole di diverso ordine e grado, nonché delle modalità con cui è espletata.

3.2. Le azioni per il “fronte critico culturale”

Su questo fronte si tratta essenzialmente di promuovere e sviluppare l’elaborazione di un organico pensiero teorico e critico sulla questione, finalizzato a sostenere le istanze che decideremo di formalizzare nelle interlocuzioni politico-istituzionali con argomenti culturalmente forti e scientificamente saldi e originali.

Nello specifico sono in fase di attivazione alcune operazioni propedeutiche:

3.2.a. realizzazione di una bibliografia scientifica di riferimento, al momento suddivisa nelle seguenti cinque categorie:

A. QUADRO TEORICO-EPISTEMOLOGICO [filosofia, psicologia, neuroscienze cognitive, ecc.]

B. TEATRO E PROCESSI FORMATIVI DALLA PROSPETTIVA DELLE SCIENZE PEDAGOGICHE

C. TEATRO E PROCESSI FORMATIVI DALLA PROSPETTIVA DEGLI STUDI TEATRALI

D. PRATICHE TEATRALI/PERFORMATIVE IN CONTESTI (FORMATIVI) NON ARTISTICI

[esperienze, studi di caso, manuali, ecc. relativi alle pratiche teatrali negli spazi del sociale quali scuole, carceri, comunità, ecc.]

E. STORIA E PROBLEMI DI PEDAGOGIA TEATRALE [formazione degli artisti professionisti]

3.2.b. ricognizione delle iniziative scientifiche già eventualmente in essere (convegni, centri di ricerca, laboratori di teatro didattico o di didattica del teatro presso Università e Uffici scolastici territoriali, altro)

3.2.c. individuazione di esperti con i quali avviare una interlocuzione/collaborazione scientifica (in particolare colleghi di altri ssd pertinenti e interessati alla tematica, sia nel nostro macrosettore che nelle aree della pedagogia, psicologia, socio-antropologia, scienze cognitive, ecc.)

Nella riunione dello scorso 22 giugno 2023 è stata avanzata e accettata l’idea di far partire, con i componenti del gruppo e chiunque altro interessato ad aggregarsi, una sorta di “seminario permanente” da tenersi con cadenza bimensile mediante incontri online in cui non solo aggiornare i membri sulle attività politico-istituzionali del tavolo di lavoro ma anche, anzi soprattutto, sviluppare la riflessione culturale mediante relazioni, confronti